lunedì 30 novembre 2009

Repubblica, lettere e cioccolata

Mi sono svegliata molto presto che ci sono un sacco di cose da chiudere fra oggi e domani.
In realtà non faccio altro che bere enormi tazze di caffé solubile e far cadere oggetti vari quando per qualche motivo mi alzo o cerco qualcosa fra gli scaffali.
Prima ho mangiato una ciccolata e ho notato che sulla confezione e poi nell'involucro c'era scritto che si poteva vincere un' auto, ho pensato Che bello! Se ora vinco un' auto per la felicità torno un po' a dormire e poi quando mi sveglio finisco i miei lavori.
C'era invece scritto RITENTA.
Un po' triste, hanno abolito, in questo periodo di crisi, anche il classico SARAI PIU' FORTUNATO che almeno ti lasciava la delusione ma anche qualche speranza per il futuro.
Non importa, in un paese dove il Direttore della Luiss scrive certe lettere ai giornali, non mi aspetto d'essere incoraggiata da una cioccolata.
Sarebbe stato bello, ma sarebbe stato bello anche non sentire al giornaleradio certe dichiarazioni sulla mafia.
Pazienza, oggi è andata così.
Ritento, sarò più fortunata!

domenica 29 novembre 2009

Racconti di Natale

Racconti di Natale
AA. VV.
A cura di Simone Caltabellota
Ed. Cooper, 2009 - Collana Cooper Storie
140 pagine - 9,00 euro

Giovedì è uscito questo libro e dentro pensavo ci fosse anche un mio racconto, invece, giustamente, ho capito che dentro c'è una mia lettera a Babbo Natale.
Non ho ancora il libro, ma ieri ero a una presentazione e l'ho un po' guardato, non tanto che era pieno di gente che conoscevo e mi sentivo in imbarazzo.
Con i fumetti è diverso, c'è sempre un altro, almeno nel mio caso, che ha lavorato con te.
Ieri, se devo dire come mi sono sentita, direi un po' sola e vergognosa.
Mi è venuta comunque voglia di finire quello che sto scrivendo, qualsiasi cosa sia.

sabato 28 novembre 2009

Guardarsi

La scorsa primavera due miei amici mi hanno portato un regalo da Parigi.
Due robe bellissime per lavare i piatti. Un'elegnate signorina che dispensa sapone e un giovanotto pieno di capelli irsuti con cui insaponare le stoviglie.
Li tengo sulla mia libreria e gli ho dato anche un nome, si chiamano Cosette & Cosimino.
Ieri devo averli urtati senza volerlo mentre prendevo dei libri.
Prima di andare a dormire ho notato che i due si stavano guardando invece d'avere lo sguardo rivolto entrambi verso fuori, dove c'è la finestra.
Mi è piaciuto che si guardassero.
Li lascerò così.
Come due che si guardano.

venerdì 27 novembre 2009

Una vita adulta

Visto che sono adulta cerco di comportarmi come tale.
Se fra una settimana l'oggetto dei miei desideri sarà ancora un Ukulele ne prenderò uno.
Quindici giorni d'attesa mi sembrano buoni, utili e saggi.
Non cederò agli impulsi perché poi un Ukulele non è che lo puoi tanto usare per tante altre cose oltre che suonare.
Da bambina per esempio volevo diventare ebrea e avevo chiesto come fare a mia mamma, però dopo cinque giorni non m'interessava più.
Dopo cinque giorni volevo andare a vivere a Java e scoprire Eldorado.

©Ukulele Mike - Spiderman

giovedì 26 novembre 2009

La guerra dei bottoni

Ieri ho pensato delle cose orribili su questa città.
C'era questo cielo grigio, c'è da giorni il cielo grigio, e la nebbia e della condensa fredda che ti scende sul viso e sui vestiti.
Sono uscita piena di buoni propositi per comprare dei bottoni e mi sono sentita rispondere cose assurde del tipo Questa è una merceria, qui i bottoni non li abbiamo, è roba da bassa merceria oppure I bottoni non li vende quasi più nessuno ormai, perché le servono dei bottoni?
Perché dovrei comprare dei vestiti nuovi quando basta cambiare dei bottoni signori ricchi bottegai di provincia?
Mi han detto comunque che in Via San Felice ancora ne vendono e oggi o domani andrò lì.
Si comincia così, a non vendere più bottoni e poi si arriva chissà dove.
A casa mia mamma e le mie due nonne avevano tutte la scatola dei bottoni e io mi divertivo a guardarci dentro da piccola e a scegliere quelli più belli o a disporli in ordine per colore sul tavolo.
Da oggi ci sarà una scatola di bottoni anche in casa nostra.
Non butterò più un abito senza avergli prima tolto i bottoni.

mercoledì 25 novembre 2009

Ridatemi il mio Cosmo Pavone, please!

Niente. Ormai questa settimana va così.
Sbaglio continuamente numeri e giorni. Non faccio altro che dare appuntamente sbagliati pensando che siano giusti e viceversa.
Devo praticamente vivere incollata al calendario e ogni volta chiedere che mi sia indicato il giorno giusto.

©Calendar Man

martedì 24 novembre 2009

Sposare un acquario

Una signora e la sua badante di una quarantina d'anni più giovane parlavano dei rispettivi mariti.
Tutte e due erano separate e avevano avuto mariti disgraziati e che gli piaceva la bella vita, mangiare bene e no, che non ci badavano ai soldi.
Erano tutte e due mariti nati sotto il segno dell'acquario, per questo erano così, dicevano le due signore.
Comunque questa cosa non deve averli tanto salvati dalle bastonate.
Le signore si raccontavano con dovizia di particolari come picchiavano i rispettivi consorti.
Una usava il bastone della scopa e l'altra direttamente una mazza acquistata all'uopo.
Dicevano che gli facevano uscire il sangue prima che loro, i mariti dell'acquario, le facessero uscire pazze.

lunedì 23 novembre 2009

Zucchero a Novembre come fosse Dicembre

Sembravano tutti impazziti.
Credo che fosse per la cioccolata.
Erano tutti lì a bere cioccolata calda o a mangiarne o a comprarne.
Tutti in due viuzze strette che si incrociano dietro Via degli Orefici qui a Bologna.
Camminavano, spingevano, s'intasavano e poi si bloccavano al centro della strada perché avevano avuto un'idea per il trentaduesimo regalo di Natale.
Ieri era domenica 22 novembre ma sembrava 22 dicembre.
Troppi zuccheri non fanno bene.
Quando lavoravo con i bambini evitavamo di dare dei dolci durante il pranzo, a merenda vanno bene, ma dopo pranzo se c'è bisogno di fare un piccolo sonnellino, non va bene.
Lo zucchero rende tremendamente agitati.
In alcuni casi tremendamente su di giri.
Siete mai stati in una stanza con trenta bambini che hanno mangiato una dose eccessiva di zucchero?

domenica 22 novembre 2009

Ascensori, fontane e Braccio di Ferro

Negli ultimi due giorni sono successe molte cose.
Le più strabilianti sono state rimanere "ostaggio" di due bambini che giocavano in ascensore qui a Bologna e la fontana che c'è a Reggio che credo sia non tanto bella in quella piazza là, ma che di notte sembra che ci siano i fuochi d'artificio invece degli schizzi e questo è stupefacente perché io ho una vera passione per i fuochi d'artificio.
Anche quelli finti.
Nel mezzo, alla coop, pensavano volessi rubare la spesa perchè non stavo facendo bene nella cassa self-service.
Mi sono sentita tanto in ansia e alla fine mi è caduto tutto tre volte e la cassa si è bloccata altre due e non riuscivo a usare nessuno dei miei due bancomat.
Ora ho un numero vecchissimo ma con una traduzione nuovissima di Braccio di Ferro da leggere.

giovedì 19 novembre 2009

Irma Vep non è Withe Christmas

Ieri sera abbiamo visto Irma Vep.
Sono letteralmente impazzita per i costumi del film, le donne avevano tutte delle giacche e delle maglie bellissime, ma anche delle gonne stupende a pensarci bene.
Tutto pieno di colore o nero molto stiloso. La protagonista indossava il secondo cappotto più bello del mondo, il primo in assoluto è quello rosso della protagonista di Audition di Miike.
Poi c'era Parigi d'inverno e gente che parlava e le strade del centro e Belleville e il suono della Metro che già immagini l'odore.
Stamattina i giornali da noi commentano l'operazione Withe Christmas e fuori non c'è luce, è grigio da tre giorni.
Andrò alle terme forse, ho bisogno d'estate, anche finta, va bene lo stesso.
In alternativa va bene anche un vero autunno francese.

©Michele Richard-Bonny and Clyde

mercoledì 18 novembre 2009

Eccellenze & Biodiversità

Mi pare che lo scorso anno andasse molto di moda dire Eccellenze.
Quast'anno invece la parola must è Biodiversità.
Se ascolti un giornale radio o qualsiasi programma in cui ci sono delle interviste a persone più o meno note, più o meno importanti, almeno una volta senti dire Biodiversità.
E nel 2010? Che parola andrà di moda? A me piacerebbe Cocomero oppure Colmabile.
Una bella frase potrebbe essere E' un vuoto completamente colmabile, abbiamo già comprato due cocomeri enormi.

martedì 17 novembre 2009

Out of the blue

Secondo me si traduce di punto in bianco.
Ho chiesto alla mia insegnante d'inglese perché blue e lei non lo sapeva.
Poi mi ha chiesto Perché di punto in bianco, in che senso? Ma io non lo sapevo.
Niente, ci siamo lasciate con due domande e nessuna risposta.

©JoAnn McFatter - Out of the Blue

lunedì 16 novembre 2009

Fatti Brutti

Mi hanno messo in punizione dentro l’auto! Ma come si fa a stare in punizione dentro l’auto?! E poi che ho fatto di male?! Vaffanbroccolo! Adesso devo stare zitto e non dire niente fino al prossimo autogrill che è tra tantissimo e se per caso, nel frattempo, mi scappa la pipì oppure devo bere mi devo arrangiare!
Non li sopporto proprio che mi fanno diventare su tutte le furie e li vorrei sparare anche a loro!
Perché hanno questa fissazione di darmi sempre le punizioni? Non posso domandare di Nonno?! Alla fine sono stato io che gli ho sparato a Nonno e se non era per me non moriva e allora posso pure chiedere che succede adesso! Vaffanbroccolo! Mamma e papà quando ci si mettono sono impossibili da sopportare! Due scemi, ecco quello che sono!
La maestra dice che va bene fare le domande e che uno può fare sempre tutte le domande, più uno fa le domande e meglio è. Se fai le domande puoi sapere le cose, se non fai le domande non puoi sapere niente.
Come faccio a capire dei SuperPoteri che mi sono venuti se nessuno mi fa fare le domande?
Perché non mi fanno chiedere bene della morte di Nonno? E Dio? Che c’entra Dio? Dove sta Dio? È un amico di Nonno? È contento che Nonno va a vivere a casa sua? La casa di Dio sta su un altro pianeta? Non è che poi Dio si stufa e rimanda Nonno sulla terra? Se poi si scopre che i poteri di Dio sono più forti dei miei e Nonno torna io che figura ci faccio? L’anima è una specie di tuta da palombaro per viaggiare nello spazio e andare fino a casa di Dio?
Loro non mi dicono niente e mi fanno stare zitto! Vaffanbroccolo!
Io gli vorrei dare un pugno nella pancia a mamma e papà! Un pugno fortissimo come quello che Francesco mi ha dato una volta e che quasi non riuscivo più a respirare e si muoveva tutto il pavimento dell’asilo.
Ero ancora piccolo, per questo Francesco mi ha dato il pugno. Adesso che sono grande Francesco non me li può più dare i pugni perché io lo mordo di sicuro se si avvicina. Quando poi Francesco scopre che ho i SuperPoteri neanche si avvicina più secondo me. I cattivi stanno sempre tutti lontano da Invisible SuperGuy. Nei fumetti nessuno gli si avvicina troppo perché se no dopo sono fatti loro, fatti brutti.
Io per esempio se adesso Francesco prova a darmi fastidio gli sparo anche a lui con la Pistola a Raggi Y così va a vivere con Nonno e s’impara.
Nonno gli regala uno schifo di trenino di legno pure a lui e se lo deve tenere per forza perché Dio abita lontano e i regali di Natale o di Compleanno non si possono andare a cambiare!

domenica 15 novembre 2009

My life, my radio, my...

A Bologna c'è una cosa bellissima che si chiama Psicoradio e che va in onda la domenica a Radio Città del Capo, forse anche altri giorni ma io l'ascolto solo la domenica e quindi non so.
Oggi parlavano della fine del mondo e rassicuravano tutti sul fatto che il mondo non finirà il 21 dicembre 2012 e poi parlavano anche di altro.
Chiedevano alle persone se erano felici e c'era qualcuno che diceva d'essere arrabbiato.

©Eels - Climbing to the moon

sabato 14 novembre 2009

La mia altra famiglia

Oggi in una fumetteria di Cesana vendevano una spilletta con il simbolo di Dokorobei (il dio dei ladri della serie Yatterman).
L'altra sera, invece, avevamo guardato a casa di amici il film di Yatterman.
C'erano la tv, i dolci, il pop-corn, il caffè caldo, la coca-cola fredda, la birra, le carammelle colorate, le patatine e la cioccolata.
Ci si potevano togliere le scarpe e si poteva parlare ogni tanto per commentare le scene più divertenti.
Si poteva rimanere anche in silenzio se si voleva.

venerdì 13 novembre 2009

Cesena Comics & Stories

A Cesena in questi giorni c'è una cosa molto interessante che si chiama Cesena Comics and stories.
Sabato ci sono anch'io.
Cafè letterario - colazione di parole con Luana Vergari
Mascherpa Caffè, Corso Garibaldi
Sabato 14 novembre
Ore 10.00 - Ingresso gratuito

La polvere delle farfalle

Ho saputo che a San Vito non parlano tedesco e perciò mi capiscono solo se parlo italiano. Papà mi ha detto Mi raccomando, che anche a Nonno avrebbe fatto piacere se gli parlavi in italiano. Non ho capito bene in che senso. Comunque per me va bene. Tanto parlo sempre italiano con papà perché lui non lo parla bene come la mamma e come me il tedesco. Certe volte si confonde e mi fa ridere. Papà non si arrabbia se rido, si arrabbia solo quando è già arrabbiato con il lavoro perché qualcuno ha mangiato troppa cioccolata e allora gli stanno cadendo tutti i denti e a lui gli tocca proprio un lavoraccio. Io e mamma siamo nati tutti e due a Bolzano mentre papà è nato lontanissimo, a San Vito appunto. Oltre all’italiano e al tedesco io posso dire le parole anche in altre lingue straniere.
Posso dire in francese, inglese, russo o altre ancora tipo indiano o pakistano. Io dico le parole in tutte le lingue perché penso di saperle parlare. Quando devo dire in italiano o in tedesco basta che prima ci penso e dico Adesso parlo in italiano e dico una cosa in italiano, poi penso Adesso dico una cosa in tedesco e dico una cosa in tedesco… Così, basta che ci penso un po’. La stessa cosa succede se penso un’altra lingua, anche se non l’ho mai sentita io la penso e dopo la parlo, come nei film.
Per esempio una altra lingua che posso dire è il giapponese perché certe volte a casa del mio più migliore amico che ci chiama Filippo vediamo i film di mostri del fratello. I film di mostri sono tutti in giapponese e noi li capiamo. Soprattutto quando parla Godzilla perché è un mostro e dice cose facili e sempre da mostro. Dice cose tipo Adesso ti ammazzo! oppure Prendi questo! Diavolo di un mostro puzzolente! Cose così.
Il mostro che mi piace di più è Gamera, una tartaruga gigante che è diventata cattiva per colpa delle radiazioni. Le radiazioni sono delle cose che escono dai rifiuti, tipo cattivo odore ma fortissimo che fa diventare strani se lo respiri troppo e ti entra dentro il corpo.
I mostri comunque mi piacciono tutti quelli che parlano giapponese. L’unico che mi piace un po’ meno è Mothra perché ha due fatine femmine sempre dietro e questo non è tanto bello per un mostro. Poi uno può pensare che è una pappamolla. Mothra è una farfalla gigante che sparge la polverina sui nemici e vive in un’isola lontanissima con i fiori e gli alberi giganti come lei.
Anche le farfalle normali hanno la polverina che le fa volare. Se tu prendi una farfalla devi stare attento che non ti rimane la polverina sulle mani perché se la polverina va via dalle ali della farfalla, lei poi non può più volare. Tranne Mothra che ne ha tanta e la usa come arma segreta contro gli altri mostri che sono cattivi con lei.
Mothra anche se è una farfalla è maschio come tutti gli altri mostri.
Una volta io e Filippo avevamo pensato di prendere tantissime farfalle e di mettere tutte le polverine in un vaso e di usarle poi per farci il bagno così potevamo volare.
Siamo riusciti a trovare solo tre farfalle allora, dopo, abbiamo smesso con questo piano segreto.
Magari quando torno a Bolzano lo rifacciamo con Filippo. Adesso che ho i SuperPoteri posso anche sparare alle farfalle così facciamo prima se uso la Pistola a Raggi Y.
Speriamo che torniamo presto a casa.
Sono già tanti minuti che siamo partiti.

giovedì 12 novembre 2009

Parole nuove

Alla radio mentre bevevo il caffé questa mattina hanno detto un sacco di volte la parola fittone o fittoni.
Non sapevo il significato. A Roma dicono tutti colonne o colonnine. Si sa che a Roma sono tutti un po' fissati con l'architettura e le grandi opere.
Comunque io non sapevo nulla della parola fittone.
A 33 anni non ne sapevo nulla.
Considerando che conosco la differenza fra egoista ed egotista e che a sette anni ho scritto baluginio in un tema, tutto ciò è grave o quantomeno brutto.
A scuola, alle elementari, dovrebbero introdurre una materia nuova, Le Parole.
Dovrebbero portare un'ora al giorno i bambini fuori, portarli ovunque.
Per strada, al mercato, dal macellaio, in un cantiere, al ristorante, dal medico, in ferramenta... ovunque insomma.
Bisognerebbe far vedere le cose ai bambini e dirgli i nomi.
I musei vanno bene, ma non bastano.
In ogni caso ho appena controllato.
Fittone, prima di tutto, è la radice principale, quella più grande, di certe piante di rosa, certe conifere o il ginko.

mercoledì 11 novembre 2009

Uno dei migliori inizi

E' questo:
Buona sera.
Probabilmente tua madre merita di morire.
Si tratta di Gli Incubi di Hazel scritto da Leander Deeny che sto leggendo da ieri, ma che oggi dovrò lascerò sul tappeto fino al pomeriggio quando avrò una bella mezz'ora di bus per andare a Casalecchio.
Non avrei mai pensato di pensarlo, ma una cosa mi manca del caos di Roma, leggere i libri in metropolitana o imbottigliata in auto tra Via Cilicia e la Casilina Vecchia.

martedì 10 novembre 2009

Volare dal vivo

Qui a San Vito mi hanno messo a dormire nella stanza che era di papà quando era piccolo e viveva in questo posto pieno di vecchi e con la puzza di pesce che si sente dappertutto.
Il letto è un po’ duro e fatto con i ferri abbattuti che sono come i rami abbattuti degli alberi, ma invece di essere legno è ferro.
Domani mattina presto dobbiamo andare tutti all’ospedale per prendere il nonno che sta nella stanza dei morti perché io gli ho sparato. Allora con la scusa che ci dobbiamo svegliare che so io, alle sei, mi hanno mandato a dormire prestissimo che io non ci volevo venire a dormire. Le vecchie puzzolenti volevano pure che mi toglievo il costume da Invisible SuperGuy e mi mettevo un pigiama schifoso che secondo me faceva venire il pizzicore. Papà per fortuna ha detto di non essere inesistenti, che è quando qualcuno ti rompe tantissimo sempre con le stesse cose, che il pigiama lo potevo mettere sopra al costume. Papà ha pure detto che adesso devono lasciarmi in tranquillità dopo tutto quello che è capitato. Le vecchie, Santa Befana, non ci sentono proprio! Quando non stanno a piangere e a dire le loro cose da streghe che non si capisce niente, mi fissano e mi viene l’imbarazzamento. Ma che hanno da guardare?! Va bene che ho i superpoteri ma anche Invisible SuperGuy ce li ha e non ci sono sempre le vecchie a guardarlo nei fumetti.
Vaffanbroccolo!
Comunque alla fine sono contento che mi hanno mandato a dormire perché così posso stare per conto mio.
Vicino al letto c’è una foto. È proprio strano perché mi sembra che nella foto ci stiamo io e papà ma io non mi ricordo che ci siamo fatti una foto con un polipo gigante su una barca. Se ci attaccava un polipo gigante me lo ricordavo. Il polipo forse era azzurro oppure rosso ma non si capisce perché la foto è nel bianco e nel nero. Praticamente sembra tutto un po’ grigio.
Vicino alla finestra c’è un disegno brutto con il nome di papà scritto sotto, è un bambino che vola ma senza aereo, vola dal vivo nel cielo e passa vicino a saturno e alle stelle.
Io disegno meglio di papà e perciò non lo farò il dentista da grande. Lui poteva fare il dentista o il cameriere perché per questi lavori non serve disegnare bene. Io invece posso fare i progetti e magari disegnare le macchine superveloci oppure le torte superbuone che poi i cuochi le guardano come sono e le cucinano.
Domani devo chiedere a papà del polipo, magari mi è venuta una menesia e non mi ricordo più. Anche in una storia di Invisible SuperGuy a un cattivo veniva una menesia e non sapeva più quale era la sua casa e come era fatta sua moglie.
Era una cosa triste perché il cattivo aveva pure un figlio e non lo sapeva e gli diceva vai via.

lunedì 9 novembre 2009

Luci della ribalta

Mi sono ricordata che da bambina adoravo la luce del forno, specialmente quella del forno di mia nonna paterna che era un forno orginale anni '50, enorme e azzurrino.
Poi adoravo anche il frigorifero gigante, con il pedale per aprire e anche lì la luce.
La luce negli oggetti, da piccola, mi faceva impazzire.
L'idea di poter illuminare qualcosa da dentro mi sembrava una specie di magia.
Volevo accendere la luce del forno anche quando non c'erano torte da cucinare.
Escogitavo continuamente metodi per tenere la luce del frigo accesa anche quando si chiudeva la porta, cercavo di bloccare il pulsantino proteggendolo con i tubetti di pasta d'acciughe o con il barattolo d'olive.
Venivo sgridata spesso da piccola.

©The Belgian Waffles - Cake

domenica 8 novembre 2009

Una Signora Russa

Stamattina sono stata a comprare il giornale e ne ho approfittato per fare un giro in libreria.
Ho comprato due libricini dei Peunuts e un libro che sembra interessante, almeno interessante per me in questo momento, Gli Incubi di Hazel di Leander Deeny.
Poi dovevo passare al distributore automatico e una signora che veniva sotto il portico mi ha detto Guarda là e ha indicato per terra vicino ai miei piedi.
Per un momento ho pensato fosse il cucciolo di un cane, ma la triste realtà è che era un topo enorme che entrava e usciva dalle grate per l'acqua di scolo.
Credo che la fogna si stesse allagando perché era tutto zuppo.
Io non gli facevo per nulla timore perché mi passava molto vicino.
Io ho la fobia dei topi, nel senso che non ho solo paura. Ho proprio un terrore incontrollabile.
Mi sono impietrita e ho spalancato la bocca, mi sono venuti tutti i brividi nella testa.
La signora era gentile, si è messa a ridere e poi a detto che Topo grande, ma io visto anche di più grande.
La Signora era Russa e si è offerta di accompagnarmi se volevo continuare ad andare nella mia direzione ma io sono voluta tornare indietro, verso casa.
Lontano dal topo.
La Signora Russa mi ha detto che se lo sapeva non mi diceva niente.
La Signora Russa parlava proprio come la mia amica Russa, Ioulia.
Ioulia e io ci vediamo in media una volta ogni due anni e per un anno buono di questi due perdiamo completamente le tracce una dell'altra.
Ora è quell'anno.
Ioulia è sempre in qualche parte del mondo diversa.
Poi arriva in Italia oppure ci vediamo in qualche paese europeo e stiamo insieme per un po'.
Il modo di stare insieme non è mai cambiato finora.
E' sempre come quel giorno in cui ci siamo conosciute a Parigi.
Non lo so che modo è, però mi piace.
Mi fa ridere molto.

sabato 7 novembre 2009

Vivere con il resto

Questa cosa che Vik e Missy rapinano nelle banche mi sembra pericolosa perché loro che non hanno i Super Poteri e non conoscono nessuno che ce li ha tranne me e che li può salvare se arriva la polizia.
Vik e Missy non sono miei amici perché adesso è poco che ci siamo inconosciuti e loro non mi hanno mai invitato a casa loro per giocare. Hanno rubato tre valige con dentro tutti i soldi di carta e ci hanno dovuto rapire per scappare.
Io penso che quando sono grande vivo con il resto. Tanto non mi serve avere tanti soldi e poi non so dove metterli tanti soldi che io ho solo una valigia piccola e lo zaino della scuola. Se poi li metto nelle banche succede pure che li rubano e allora io i soldi, ho deciso, che li tengo tutti nel portafoglio. Ogni volta ne do un po' per comprare le cose e poi con il resto compro le altre cose che mi piacciono. Basta stare attenti a non comprare cose che costano tanto troppo, che ne so, i videogiochi o la pizza super gigante, che poi dopo non ti danno più il resto e allora non puoi più comprarti niente, nemmeno i fumetti di Invisble SuperGuy!
Comunque adesso che mi sono venuti i Super Poteri non sono più preoccupato per l'invenire come dice mio padre, perché nell'invenire posso sempre usare la pistola a Raggi Y oppure altri Super Poteri che ancora devo bene discoprire. Se hai i Super Poteri non ti devi preoccupare di niente e infatti io non sono preoccupato che ci hanno fatto il rapimento.
Mamma prima ha detto a papà che dobbiamo trovare un modo di scappare, ma poi si è avvicinata Missy, che era andata a comprare i panini, e mamma non ha più detto niente e mi ha fatto il gesto di stare zitto che mi fa sempre e a me mi fa diventare su tutte le furie che io parlo quanto mi pare. Comunque dopo che ci siamo mangiati i panini Vik ha rimesso l'imbavaglio a tutte e due, così adesso mamma deve stare zitta per forza e io sono contento.
Vik non me lo mette a me l'imbavaglio perché dice che sono un bambino e che è meglio di no, ma io lo so che lui ha paura che sparo con la mia Pistola a Raggi Y e lo ammazzo. Gli ho detto del nonno e lui si è tutto intristato perché gli è venuta paura.
Anche Missy si è intristata e mi ha detto di non pensarci e io non ho capito bene a che cosa non devo pensare, forse gli è venuta paura che la sparo. Comunque a Missy non la sparo che mi ha comprato il panino con la porchetta e mi ha fatto mettere anche la senape e le patatine fritte dentro.

venerdì 6 novembre 2009

Hamachi

A me mi vengono queste passioni qua, così, all'improvviso.
Ora sono diventata una fan dell'Hamachi che è un pesce con le pinne gialle che in Giappone usano per il sushi e che forse vuol dire Pesce Burro e che in inglese si chiama Yellowtail ma che io adoro perché è nel film di Yatterman di Takashi Miike.
Ecco, se devo dire oggi cosa mi farebbe piacere, ma proprio tanto da andare giù di testa, sarebbe un Hamachi tutto colorato e di latta.
Mi piacerebbe uscire di casa per andare al supermercato e al ritorno trovare il mio Hamachi sul tappetino della porta, oppure che me lo portasse Babbo Natale e lo lasciasse sempre sul tappetino della porta il 25 dicembre.
Ora non so se succede.
Nel frattempo l'immagine sopra serve per costruirsi uno Yatter Pelican, basta cliccarci sopra per ingrandirla, stamparla e seguire le istruzioni che si trovano qui.

giovedì 5 novembre 2009

Le risposte che non abbiamo

Capita che certe volte inziamo a parlare di cose che non sappiamo e poi continuiamo e alla fine rimaniamo con un sacco di domande che non hanno risposta.
Ieri ci chiedevamo da quanti legumi e cereali si ottine la farina e poi con quante farine si fa il pane e perché il pane lo fanno praticamente in tutto il mondo e come hanno iniziato a fare il pane e poi come mai in giappone invece usano il riso e non il pane, dipende dal fatto che usavano le bacchette e non avevano bisogno di qualcosa che li aiutasse a prendere il cibo?
Ecco, ci siamo chiesti tutti queste cose a cena.
Siamo imbattibili con le domande in questa casa.
Bravi quasi quanto un bambino di cinque anni.

mercoledì 4 novembre 2009

Fumetti & Influenza

Oggi lavorerò poco che devo riprendermi dagli ultimi giorni di febbre, soprattutto ieri che mi sentivo uno schifo e ho passato la giornata come un vegetale. Ne approfitterò per stare in casa al caldo e a leggere i fumetti presi a Lucca.
Nella confusione e nello stordimento influenzale non ho capito se è uscito il secondo Fantomas di Bernardi e Catacchio, io spero proprio di sì, così appena mi rimetto posso procurarmelo in libreria.
Dimenticavo il mio rat-man da fiera che acquisto sempre appena arrivo e che leggo subito la prima sera andando a dormire. Questa volta ci ho messo due sere a causa della stanchezza e del raffreddore.
Ora ho un nuovo mito, il Dottor Pupazzo di cui non posso dire di più che poi non è bello leggere Rat-Man 75.

lunedì 2 novembre 2009

Antipatie

Ieri sera alla stazione centrale di Prato una bambina mi ha tirato per il cappotto mentre consultavo un tabellone.
Avrà avuto quattro anni e mi ha detto Scusa, che mi puoi far salire là sopra? (là sopra era sul davanzale di marmo della vecchia biglietteria, a circa un metro da terra). Le ho detto di no e che poi non poteva scendere e lei mi ha detto Guarda che ho le gambe lunghe, sono grande, prima un signore mi ha messo, mi puoi mettere anche tu?
Quando le ho spiegato di nuovo che non potevo e che avevo paura si facesse male e le ho chiesto se mi faceva vedere dove era sua madre si è arrabbiata, mi ha guardato malissimo e mi ha chiesto Ma io ti sono antipatica? Non mi vuoi mettere lì sopra perché ti sono antipatica? Dimmelo, ti sono antipatica, è vero?!
Alla fine l'ho convinta a ritornare dalla madre che era una decina di metri più lontana e parlava al cellulare.
Non l'ho proprio convinta, l'ho salutata e le ho detto che dovevo prendere un treno, è rimasta a guardarmi per un po' e poi è corsa via.
Sono tornata da Lucca con l'influenza, mi trasformero in un maiale?
Se così fosse mi piacerebbe tantissimo essere come la Signorina Piggy!

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...