mercoledì 5 maggio 2010

In fuga dalla Navicella Madre

Ho avuto gli incubi.
Poi mi sono svegliata e ho rovesciato sul tavolo e in terra tutta la mia enorme tazza di caffé americano.
Da due giorni qui fuori c'è la navicella madre di tutti gli autospurgo, praticamente un tir che blocca la strada.
Mi domando come mai da quando vivo a Bologna vedo un autospurgo ogni settimana, se ci sono le fogne in centro oppure no, e se ci sono se si rompono continuamente, e ancora in quante famiglie abitano nel civivo dall'altra parte della strada.
Un tir e due giorni mi fanno pensare a cose orrende.
Ieri è pure successa, una cosa orrenda.
Una rana, uscita fuori non si sa da dove, scappava dalla navicella madre degli autospurgo e un'automibile l'ha investita.
E' rimasta a pancia all'aria sotto la pioggia.
Persone a caso si sono fermate a fotografarla con i cellulari.
Nessun animale farebbe mai una cosa così stupida.
Un animale, tutt'al più, mangerebbe la rana.
Sarebbe un'azione furba e a suo modo piena di vita, mangiare la rana.
Generativa si potrebbe dire.
Questo dell'essere generativi è un bel discorso, che piace ai terapeuti in genere e con dispiace neanche a me, ma non mi sento in grado di affrontarlo.
Ho mal di testa.
Fuori ancora piove.
La navicella madre fa un gran casino nonostante i doppi vetri.
Non ho ancora avuto un altro caffé e ora corro a rimediare.

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...