giovedì 3 febbraio 2011

04. Telescopico

Vik e Missy mi ha chiesto se ero impensierito che stavo sempre zitto anche se non mi avevano messo l'imbavagliamento e io gli ho detto di no, che andava tutto bene.
A me mi sono venuti i SuperPoteri e perciò, gli ho detto subito, a me loro non mi facevano paura anche se ci avevano fatto il rapimento.
Missy ha detto che sono un bambino coraggioso e intelligente, ma lei non lo sapeva ancora che ho già sei anni e che era stato appena il mio compleanno.
Infatti, le ho detto a Missy, non ero impensierito per loro ma per il telescopio con le lenti telescopiche che mi avevano regalato mamma e papà per il compleanno e che non ho fatto in tempo a usarlo per discoprire le cose del cielo e del pianeta universo.
Appena ho ucciso nonno siamo dovuti andare a San Vito e allora non ci ho potuto giocare neanche un po', anche se non è proprio un gioco, le ho detto, è più una cosa da grandi.
Vik ha voluto sapere bene come era morto il nonno e mamma ha cercato di fare no con la testa e di dire certe cose da sotto l'imbavagliamento, ma Missy le ha fatto vedere ancora un'altra volta la pistola e lei si è subito messa zitta.
È una fortuna che ci riescono che quando mamma inizia a dire le cose delle lamentazioni non finisce più.
Allora dopo ho potuto tutto dire con calma a Vik e Missy, che mi erano venuti i SuperPoteri e che ero diventato come Invisible SuperGuy e avevo sparato a nonno e lui era morto pure se avevo sparato a distanza perché ormai sono un supereore e nessuno mi può battere.
Ho chiesto a Vik se lui adesso gli era venuta paura che li ammazzavo stecchiti perché ci avevano fatto il rapimento e lui mi ha detto che si fidavano di me, che pensavano che mi erano simpatici e io ho detto Va bene. Non vi sparo che avete ragione ma basta che mi posso tenere la pistola a Raggi Alfa. Missy mi ha detto che certo che posso, tanto loro hanno la loro e così siamo tutti pari e nessuno ha paura di nessuno.
Tranne mamma e papà che sono pieni di preoccupazioni ma che poi gli passa.
Vik ha detto che sono così perché si devono ancora abituare a tutto, al rapimento, ai SuperPoteri e a nonno che è morto perché gli ho sparato.
Ho pensato che è come con le cose telescopiche che tu ti devi prima abituare a guardare il pianeta universo che se no ti sembra tutto grandissimo e non sai dove cercare le cose e non ci capisci niente e scambi tutto.
Se non sai dove sta la luna, per esempio, la puoi pure scambiare con una stella o con Saturno e allora ti viene la confusione dentro la testa.
Per abituarsi alle cose telescopiche ci vuole tempo, tipo due ore.
Ci vuole tempo di avere tutta la chiarezza nella testa.
Anche a me quando mi avevano portato con la scuola al pianetario mi era venuta la confusione, ma poi mi è passata.
Il pianetario è un posto che ti fa confusione all'inizio perché ci stanno tutti i pianeti, tantissimi insieme e sembra che sono tutti uguali ma dopo, quando passano tipo due ore, ti accorgi che sono tutti diversi.
Pure i fiori sono così e le pecore.
Che tu all'inizio pensi che sono tutte uguali ma se le guardi tanto sono tutte diverse le pecore e pure i fiori.
Adesso che ci penso è come lo stagno in giardino che se ci passi vicino veloce ti sembra che ci sta solo l'acqua ma se dopo ti fermi e rimani lì, vedi che ci sono le alghe e le mosche e i moscerini e i girini, che sono i figli delle rane, e i pezzetti di legno che sono caduti e le foglie e le onde piccole e certi cerchi rotondi che non ho ancora capito come si fanno.

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...