
Qui si può guardare in casa di tutti e sentire le voci di tutti. Nel raggio di venti metri quadrati ci sono: un batterista, due chitarristi elettrici (uno molto molto scarso), un appassionato di lirica che tutte le mattine, alle undici circa, fa i suoi esercizi che cominciano con un bel “O' Sole mio” cantato a squarciagola. L'appartamento delle studentesse ha una novità quest'anno, un nuovo coinquilino, un maschio. Chissà se la prossima estate le sentirà ancora parlare di cerette e chiedersi, da una stanza all'altra, cosa sia esattamente la stipsi e da quanti giorni non si riesce a fare la cacca.
Lei spera che nessuna di loro sia laureanda in medicina.
In ogni caso, qui sono sempre tutti in casa, affacciati alle finestre o davanti a qualcosa: tv, computer, piatti di pasta. Chissà che lavoro fanno. A suo nonno non piacerebbe sbirciare dietro l'arella e scoprire tutta questa gente che perde tempo, che non costruisce muri, che non aggiusta case, che non si occupa di sfamare qualcuno cucinando del cibo.
La grondaia ha una perdita. Il muro della stanza opposta a quella in cui dorme ha delle chiazze di umidità.
Il radio giornale questa mattina raccontava di uno stato di diritto e di uno di polizia, fuori era tutto grigio, piovoso e silente.
Oggi non si vede nessuno alle finestre. Qualcuno ha dimenticato le imposte aperte al secondo piano.
Forse sono tutti fuori a protestare.
Oppure a pranzo da amici.
È difficile capire la storia quando ci sei in mezzo.
©Isobel Campbell And Mark Lanegan - Who Built The Road