martedì 24 febbraio 2009

La mia cagna scema un giorno mi ha abbandonato...

La mia cagna scema si chiama Africa anche se è tutta bianca.
Quando Africa aveva ancora sei mesi e vivevamo in un'altra-altra casa, andavamo sempre in campagna a camminare e io la scioglievo per farla correre.
Certe volte capita che in campagna ci siano queste specie di montagnette di cacca di cavallo che servono per concimare i campi, ecco, Africa le scala queste montagnette di cacca e poi arrivata in cima ci si rotola sulla schiena. Dicono che sia tipico dei cani, io non lo so, a me fa un po' schifo come abitudine.
Un giorno eravamo sugli argini del Tevere e Africa si è spaventata per via dei gabbiani. Africa ha paura praticamente di qualsiasi cosa. Dei gabbiani ha paurissima e sugli argini del Tevere al tramonto ce ne sono a centinaia di gabbiani. Io li trovo belli ma lei no, così anche quel giorno che aveva sei mesi, ed eravamo in campagna, e poco prima si era rotolata nella piccola montagna di cacca, lei si è buttata giù dall'argine quando ha visto i gabbiani e io non sono più riuscita a vederla.
L'ho cercata in giro per un paio d'ore e poi ho pensato di andare nella casa del contadino per dirgli che mi ero persa la mia cagna scema e che se la trovava, era meglio non chiamare il canile, che la mia cagna scema è tatuata e sicuramente mi avrebbero rintracciato, ma era meglio evitare. Ad Africa non le piace tornare in canile perché è da lì che viene.
Mi ero preparata tutto il discorso da fare al contadino e quando ero quasi arrivata ho visto Africa nel giardino del contadino che mi guardava, e allora mi sono arrampicata di corsa per raggiungerla e sono scivolata e mi sono sporcata di fango, che forse il giorno prima era piovuto.
Africa era con i pastori tedeschi del contadino e quando mi ha visto è scappata, io non ci potevo credere, ma è proprio scappata! E dopo un po' che la chiamavo e cercavo di prenderla, è arrivato il contadino, un omone con le mani enormi, come quelle di mio zio Guido, ché si vede che a tutti i contadini vengono le mani grandi a forza di usarle.
Io ho cercato di spiegare la situazione al contadino...
Signore, scusi, mi ero persa la cagna... è mia, solo che adesso non riesco a prenderla... non lo so perché...
Il contadino non mi ha risposto subito, ma poi Africa gli è entrata in casa seguita dagli altri due cani che non apprezzavano tanto questa roba pelosa e puzzolente che gli girava per casa e neanche il contadino, mi sembra di ricordare, apprezzasse tanto. Mi ha detto solo:
Ma siamo sicuri che è tua... ?
Io gli ho detto Certo è solo che non so che le è preso oggi... non è che possiamo chiudere la porta così non scappa fuori?
Allora il contadino ha chiuso la porta, ha incrociato le braccia e si è messo a guardare me che cercavo d'incastrare Africa nel sottoscala e ogni volta che Africa toccava il muro lo sporcava di cacca di cavallo e ogni volta che lo toccavo io il muro, lo sporcavo di fango. Cacca e fango. Così... a ripetizione.
Io non lo so come mai, ma sono scoppiata a ridere... più mi sforzavo di non ridere e più ridevo e più ridevo e meno riuscivo a prendere il cane.
Ci ho messo quasi mezzora per prendere Africa e dopo l'ho dovuta trascinare via di peso che proprio non ci voleva tornare a casa.
Il contadino mi guardava male e quando ho salutato e mi sono tanto scusata per tutto, ha solo detto di nuovo
Ma sei sicura che è tua?
Il contadino è rimasto a guardarci.
Io Africa l'ho dovuta trascinare per tutti i tre o quattro chilometri che ci separavano da casa... proprio non si dava per vinta.
Adesso quando ci ripenso non mi viene tanto da ridere, io sono permalosa e non mi piace pensare che Africa mi volesse abbandonare per rimanere a vivere con i cani del contadino.

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...