Ieri c'è stata l'ultima lezione con i bambini del corso di fumetto.
Uno di loro mi ha detto se io lo potevo capire quanto a lui gli piacevano i fumetti, che lo facevano sentire bene, che li metteva sul comodino la mattina e la sera non vedeva l'ora di andare nel letto per leggerli che niente gli piaceva come stare lì a leggere i fumetti.
Gli ho detto di sì, che lo potevo capire e mi sembrava di rivedere me con i libri alla sua età e mi sembrava di vedere qualcuno che ho conosciuto già adulto a quell'età.
Il bambino mi ha chiesto anche se Leo Ortolani era italiano o francese come Sfar, quando gli ho detto che secondo me Leo è di Parma lui è come impazzito, non la smetteva di ripetere Mia nonna è di Parma... forse allora lo incontro un giorno Leo Ortolani... Mia nonna è di Parma... come Leo Ortolani, di Parma.
Una cosa che non ho detto al bambino, per non rovinargli la sorpresa, è che con un po' di fortuna, quella sensazione lì, di metterti nel letto a leggere e di sentirti sicuro, qualsiasi cosa sia successa durante il giorno, ti rimane anche da grande.