All'inizio non ho visto quasi nulla perché avevo un appuntamento e mi avevano consigliato di prendere un taxi per via della distanza e del fatto che non c'erano bus che arrivavano in zona.
Il posto dove dovevo andare era in una strada con dei campi intorno ed era praticamente l'ultimo palazzo prima del cartello FINE PARMA.
Al ritorno i taxi non c'erano, pioveva e io non volevo aspettare e allora sono andata a piedi per la strada e poi ho preso un bus e sono scesa subito dopo il ponte e ho attraversato il centro, così ho visto Parma.
Un Signore a cui avevo chiesto indicazioni mi aveva sconsigliato di prendere un bus anche in centro che la stazione era distante ma poi forse era poco più di un chilometro.
Prima, nella strada di campagna, mi sembrava un po' Bolzano, Parma, non so perché. Forse per via del verde o dei tetti o della luce o non lo so. Oppure forse perché nel primo piano del posto dove avevo appuntamento vendevano infissi e caldaie austriache. In quel palazzo lì, poi, ho scoperto c'era anche la Lego Costruzioni S.r.l. che mi sarebbe piaciuto andare.
Nelle case c'erano i giardini e delle sedie e dei tavoli in cemento e maioliche. Non ne vedevo da anni di sedie e tavoli così, secondo me andavano molto di moda alla fine degli anni cinquanta. Ce li avevano zio Armando e zia Assunta, con delle maioliche blu smaltate molto belle, sopra. Belle nel loro genere, ma pur sempre belle per me. Fuori da quasi tutti i cancelli c'erano dei secchi gialli piccoli per la raccolta di plastica, vetro e barattolame. Mi sono piaciuti tantissimo i secchi gialli, secondo me piacciono anche ai bambini di Parma.
Poi in centro ho visto le case colorate che mi ricordavo da certe fotografie e anche un bar che faceva dei dolci alla crema molto buoni e si chiamava Paris e sembrava meno stiloso degli altri e poi ho visto tutte le cose del centro.
C'era un negozio di sartoria che si chiamava Orlo Svelto.
In periferia, vicino al chiosco di un edicola c'era il chiosco di un calzolaio, non avevo mai visto un calzolaio in un chiosco.