Pensavo oggi che potrei abituarmi velocissimamente alle comodità superflue.
Ora, in questa casa, dove rimaniamo per un altro po' di giorni, c'è un forno a micro-onde iperteconologico, una musica divertente e rilassante in bagno, le serrande elettriche, uno sterio che ti saluta quando lo accendi e quando lo spegni.
C'è anche una bellissima orchidea bianca, un ascensore in vetro, un divano disposto in modo che la vista sulla città ti colpisca anche se sei distratto.
Abbiamo faticato un po' per la cena, ma alla fine abbiamo avuto la nostra tartare e la nostra insalata con formaggio di capra.
Come sempre appena arrivati abbiamo preso i primi due biglietti della metro dal signore che li rivende a un prezzo leggermente maggiorato perché la fila era lunghissima e la macchina stampa biglietti sempre, inserabilmente, una soltanto.
A un certo punto, c'era il sole, ma anche pioveva, il cielo era azzurrissimo e poi nero di nubi e poi con il tramonto e anche con due arcobaleni.
Tutto insieme.