martedì 29 settembre 2009

Schiaccianoci

L'altro giorno a Treviso sembrava ancora estate, si poteva chiacchierare con gli amici seduti al bar, andare in giro senza giacca e guardare il cielo.
Tornando poi a casa in macchina c'era il tramonto nel mezzo della pianura padana e degli alberi ancora con le foglie.
A casa mi sono ricordata che quando ero piccola e mi annoiavo aprivo il cassetto della cucina, quello con le posate e lì, dentro il cassetto, oltre le posate c'era di tutto.
Tutti i piccoli oggetti che non si sapeva dove altro riporre: rondelle di metallo, bottoni, tappi, viti molto piccole, pezzi di soprese delle merendine o degli ovetti di cioccolata, i laccetti colorati per chiudere le bustine del congelatore...
Passavo ore a guardare quelle cose lì, a cercare in mezzo a cose che neanche io sapevo.
C'era anche la rondella di metallo e legno per tagliare i ravioli e uno schiaccianoci che si apriva tutto, non come quelli di adesso che più di un certo punto non vanno quando li apri.
Dicono che sia perché in fondo lo schiaccianoci deve schiacciare.
Io non sono d'accordo.

L'autre

L'autre est toujours plus riche, intelligent, beau, séduisent que moi. Mieux élevé, hébergé, habille, employé. L'autre est...